Sontuosi archi in pietra che raccontano di epoche remote, vetuste mura che rivelano segreti a lungo nascosti e, su tutto, un’aura di mistero che riporta indietro, lontano nel tempo. È questa l’originale e raffinata cornice del ristorante La Badia ricavato, dopo sapienti restauri, in accoglienti sale anticamente adibite a cantine e ambienti di servizio dello splendido palazzo Piccolo Cupani tra le più interessanti espressioni storico architettoniche dell’area nebroidea.
Rifacimento e trasformazioni di preesistenti strutture dirute di un vecchio convento acquistate dalla nobile famiglia dei Piccolo Cupani nella seconda metà dell’800, nel suo insieme la signorile dimora è un edificio di ricercata eleganza ed essenziale forma con un prospetto importante alleggerito da una sobria ornamentazione di aggraziati balconi barocchi, portali in arenaria e decori policromi maiolicati.
Ad abitarlo, tra gli altri, Vincenzo Piccolo Cupani (1834-1905) cinque volte deputato del Regno, alto magistrato, amico strettissimo del Presidente del Consiglio Francesco Crispi e inviato di fiducia in Eritrea, nel 1890, nella veste di consigliere coloniale per l’Interno con competenza sugli affari di giustizia, polizia, sicurezza e carceri della colonia italiana.
Nel nome, il ristorante La Badia restituisce alla memoria il ricordo di un fiorente cenobio di Benedettine risalante al XVI secolo, organizzato in gran parte proprio intorno all’odierna piazza Monastero. Danneggiato dal terremoto del 1837 e poi acquisito al patrimonio del nascente Stato unitario in forza delle leggi eversive del 1866, il convento fu infine abbandonato ed in parte venduto all’asta. Sulle sue rovine furono riedificate la scuola elementare, il municipio e, appunto, il palazzo Piccolo Cupani.
Di quel magnifico complesso conventuale oggi rimane soltanto la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, comunemente intesa Badia: un prezioso scrigno di tesori dell’arte che richiama i fasti e la gloria vissuti da Ficarra nei secoli passati.
Oggi, il centro collinare è alla ricerca di nuove opportunità per darsi un futuro: turismo, arte, folklore e natura opportunamente intrecciati alle attività artigianali, alla produzione tipica e ad una ricercata tradizione enogastronomica locale.
Protagonisti di un nuovo Rinascimento, Ficarra e la sua gente sono impegnati insomma a ridisegnare il profilo non solo urbanistico del paese, ma ancor di più culturale senza tuttavia rinunciare ad un’antica e peculiare identità, che ne costituisce il tratto più significativo da generazioni gelosamente custodito.